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Il consiglio comunale di Modica vota il dissesto

Una seduta durata quattro ore che sancisce il futuro economico della città, ma anche quello politico visto che la maggioranza si è spaccata

di Chiara Scucces -

Modica è in dissesto; dopo una seduta durata quasi quattro ore, il consiglio comunale intorno alle 23.00 approva l’atto presentato dalla giunta con dodici voti favorevoli, 4 astenuti e otto consiglieri che, al momento della votazione, lasciano l’aula e l’amaro in bocca alla sindaca Maria Monisteri che, poco prima che la seduta fosse sciolta, usa parole durissime nei confronti di chi non si è assunto la responsabilità di scegliere. Un discorso di pochi minuti che provoca l’applauso dei cittadini, tanti, ieri presenti in aula per assistere alle sorti economiche della città.

Il dato politico è chiarissimo: la parte abbatiana di Palazzo San Domenico ha preferito non decidere, non assumersi la responsabilità di votare il dissesto, ma nemmeno quella di non votarlo. Ha cercato, fino alla fine, di salvare capra e cavoli: lasciare la patata bollente in mano alla sindaca, alla parte della maggioranza che ancora la sostiene, all’opposizione, ma non lasciare lo scranno sul quale sono seduti da 19 mesi. Era già nell’aria dalla mattina come sarebbe andata, quando, dopo la riunione della commissione bilancio, si erano definiti gli equilibri del voto: il presidente della commissione Alessio Ruffino si era astenuto dal dare pareri, i consiglieri Lenadro Giurdanella e Miriam Franzò, dopo una pausa, non si erano più presentati. E così è stato anche durante la votazione; hanno lasciato l’aula, oltre a Giurdanella e Franzò, Rita Floridia, Massimo Caruso, Paolo Nigro, Elena Frasca, Lorenzo Giannone, Gianmarco Covato. Sono rimasti in aula astenendosi: Piero Covato, Daniele Scapellato, Giovanni Alecci, Alessio Ruffino. Piero Covato, capogruppo della DC, durante la sua dichiarazione di voto, parlando a nome di tutti i consiglieri abbatiani, per un attimo aveva fatto intendere che avrebbero fatto una scelta responsabile nei confronti della città, ma prima di concludere, la doccia fredda: “Non facciamo cadere il numero legale, ma otto di noi usciranno dall’aula durante la votazione”. Colpevole, a loro dire, la sindaca di non aver coinvolto tutto il consiglio nell’importante scelta di portare in giunta il dissesto; forse offesi per la scarsa considerazione ricevuta, hanno pensato di ripagare con la stessa moneta.

Di fatto, la granitica maggioranza della sindaca Maria Monisteri, (21 consiglieri su 24), non esiste più. Il cordone ombelicale è stato reciso, bisogna capire come cambieranno gli equilibri a Palazzo San Domenico. Si va verso l’azzeramento della giunta; mai citato l’ex sindaco Ignazio Abbate dall’attuale primo cittadino durante i suoi interventi in aula, è chiaro comunque che Modica riparte da zero, economicamente e politicamente.

Hanno votato a favore del dissesto: la presidente del consiglio Mariacristina Minardo, Piero Armenia, Rita Cascino, Cristina Cecere, Michelangelo Aurnia, Daniela Spadaro, Fabio Borrometi, Neva Guccione, Giorgio Civello che esce dalla DC e si dichiara indipendente, i tre consiglieri di opposizione Giovanni Spadaro, Claudio Gugliotta, Ivana Castello.