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Inaugurazione anno giudiziario: protesta e impegno
l'inaugurazione dell’anno giudiziario al Palazzo di Giustizia di Palermo, alla presenza di autorità di spicco come il procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo, che ha sottolineato il ruolo cruciale della magistratura nella lotta ai rischi di riorganizzazione mafiosa. Ma quest’anno, oltre ai tradizionali discorsi istituzionali, l’evento è stato il teatro di una forte protesta dei magistrati contro l’ultima riforma della giustizia voluta dal governo, che punta alla separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri
In tutta Italia l’inaugurazione dell’anno giudiziario tra le proteste dei magistrati. Le toghe si sono presentate nelle aule con coccarda tricolore e Costituzione in mano. Anche a Palermo molti magistrati hanno lasciato l’aula per protesta quando ha cominciato a parlare il rappresentante del ministro della Giustizia, Alessandro Buccino Grimaldi.
I magistrati hanno annunciato che sarebbero rientrati nell’aula magna del palazzo giustizia quando Buccino Grimaldi avesse concluso il suo intervento. Secondo Giuseppe Tango, Presidente della giunta distrettuale dell’Anm di Palermo, la riforma potrebbe portare conseguenze devastanti
La cerimonia è stata ricca di interventi ed è stata introdotta del presidente della Corte d’Appello, Matteo Frasca. “Una giustizia efficiente, ha detto Frasca, è quella nella quale il processo non è strumento di scontro politico e si celebra in un luogo laicamente sacro come le aule di giustizia, ove nel rispetto di forme, di regole e di ruoli si tutelano diritti e si accertano eventuali responsabilità”. Il contesto della cerimonia ha ribadito anche l’impegno della magistratura nella lotta alla mafia.
La presenza del procuratore nazionale antimafia Melillo è stato un segnale forte per ricordare l’importanza del contrasto alle connivenze tra mafia, politica e affari, che continuano a rappresentare una sfida cruciale in Sicilia.
La cerimonia odierna non è stata soltanto un momento istituzionale, ma anche una testimonianza della ferma opposizione dei magistrati verso una riforma giudicata pericolosa e l’ennesimo monito sull’importanza di preservare l’autonomia e l’efficienza della giustizia in Italia.