Agrigento

I Carabinieri scoprono l’arsenale da guerra nella disponibilità delle cosche agrigentine

Durante una perquisizione presso l’abitazione di un 48enne pregiudicato agrigentino, i Carabinieri hanno rinvenuto un arsenale nascosto in un bidone

di Sergio Randazzo -

Ieri i Carabinieri del Comando Provinciale di Agrigento, con il supporto dello Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e dei Nuclei Cinofili di Palermo – Villagrazia e Nicolosi, hanno proseguito l’operazione di controllo del territorio e polizia giudiziaria dello scorso martedì. L’operazione, diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha già portato al fermo di 23 persone e all’esecuzione di decine di perquisizioni. Le attività di oggi si sono concentrate su soggetti ritenuti vicini alle locali famiglie mafiose e agli arrestati.

Sequestro di armi e munizioni da guerra

Durante una perquisizione presso l’abitazione di un 48enne pregiudicato agrigentino, situata in contrada Fondacazzo di Agrigento, i Carabinieri hanno rinvenuto un arsenale nascosto in un bidone. Tra il materiale sequestrato figurano: una pistola mitragliatrice calibro 9, tre revolver di vario calibro, una penna-pistola, numerose munizioni e una bomba a mano, quest’ultima fatta brillare dagli artificieri per la sua pericolosità. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di detenzione illegale di armi da fuoco comuni e da guerra.

Le indagini sull’origine delle armi sono state affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia, nell’ambito di una stretta collaborazione con la Procura di Agrigento. Questa operazione si collega a un recente sequestro di una consistente somma di denaro, avvenuto nei giorni scorsi nell’ambito della stessa inchiesta.

Scoperta di 80.000 euro non dichiarati

Nel corso di un’altra perquisizione, condotta presso l’abitazione di un 72enne di Agrigento, è stata rinvenuta una somma di circa 80.000 euro, priva di giustificazione lecita. Il denaro è stato sequestrato in quanto ritenuto provento di attività illecita. L’uomo è stato denunciato a piede libero all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di riciclaggio.