Cronaca

Morte Larimar: ‘modalità suicidio anomale’

Sul suicidio di Larimar Annaloro si sono ancora molti dubbi. La 15enne di Piazza Armerina si è tolta la vita lo scorso 5 novembre ma dall'autopsia emergono modalità di suicidio anomale. Continuano le indagini della Procura dei Minori di Caltanissetta

di pietro minardi per sicilia on demand -

Continuano le indagini sulla morte di Larimar Annaloro, la ragazza di 15 anni di Piazza Armerina che si suicidata impiccandosi nel giardino della sua casa.  La tragedia il 5 novembre scorso e le indagini della Procura dei minori di Caltanissetta sono orientate sull’ istigazione al suicidio contro ignoti.

Di queste ore le altre risultanze dall’autopsia dalle quali emergono anomalie sulla modalità del suicidio. La ragazza infatti, come riporta l’Ansa, aveva collo, addome e piedi legati con una corda dell’altalena. Lo stabilisce, appunto, l’autopsia che ha trovato sul cadavere i segni delle corde, poi slacciate dalla madre della giovane nel tentativo di soccorrerla.

La 15enne aveva però le mani libere, l’osso cervicale non era spezzato e le scarpe erano pulite, nonostante l’albero si trovi in mezzo al terreno. Elementi che alimentano il giallo sul caso e fanno definire agli inquirenti “anomale” le modalità del suicidio. Intanto la Procura dei Minori di Caltanissetta ha disposto il sequestro dei telefonini di 8 ragazzi, conoscenti e compagni di scuola della 15enne.

I pm indagano per istigazione al suicidio: tra le ipotesi c’è quella che dietro al gesto della ragazza potrebbe stato esserci il timore che venissero diffuse sue foto intime.

Dalle indagini inoltre è emerso, come riporta l’agenzia Ansa, che la coetanea che la mattina della morte aveva avuto con l’adolescente una violenta lite, avrebbe coinvolto nella discussione il suo ex ragazzino, accusato di aver avuto un rapporto con la 15enne qualche giorno prima. Il giovane avrebbe ammesso tutto sostenendo di essere stato ubriaco. Tutto davanti a decine di studenti. La legale della famiglia della 15enne, l’avvocata Milena Ruffini, prosegue le indagini difensive e nei giorni scorsi ha chiesto ufficialmente un incontro alla preside della scuola delle due studentesse senza avere risposta. “Stiamo compiendo accertamenti su quanto acquisito, solo a quel punto decideremo se procedere con una denuncia”, ha fatto sapere.