Cronaca
Erano diventati il “terrore dei cimiteri“
Almeno undici i colpi che sarebbero stati portati a termine della banda. 4 gli arrestati
Nelle prime ore di oggi, i Carabinieri di Santo Stefano di Camastra hanno eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di quattro persone accusate di essere coinvolte in una serie di furti di rame, perpetrati in diversi cimiteri della provincia di Messina e Palermo. Due degli indagati, padre e figlio residenti a Santo Stefano di Camastra, sono stati posti agli arresti domiciliari, mentre un terzo, sempre residente nella stessa località, è soggetto all’obbligo di dimora. Il quarto, residente a Palermo, è accusato di ricettazione.
Secondo le indagini, il gruppo avrebbe sviluppato un modus operandi per identificare cimiteri isolati e privi di sorveglianza, agendo preferibilmente nelle ore serali. Utilizzando scale e tagliando recinzioni, gli indagati penetravano all’interno dei cimiteri e staccavano i pluviali di rame dalle cappelle gentilizie, riponendoli in automobili noleggiate o di proprietà, come una Fiat Bravo e una Fiat Panda. La refurtiva, che raggiungeva anche 500 chili di rame per volta, veniva poi consegnata a Palermo al quarto indagato, a cui si inviavano messaggi per concordare la consegna. Le investigazioni dei Carabinieri, coordinate dal Gip Andrea La Spada, hanno permesso di accertare i movimenti e le attività degli indagati tramite geolocalizzazione, analisi dei messaggi, registrazioni Telepass e monitoraggio GPS di uno dei veicoli.
In un caso, uno degli indagati ha inviato un selfie all’indagato palermitano con l’auto colma di rame, testimonianza significativa dell’attività illecita. I furti, avvenuti tra febbraio e aprile 2024, hanno generato un danno di migliaia di euro per i cimiteri colpiti.