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Le verità dello “scannacristiani”, il libro di Brusca

Il libro di Giovanni Brusca è stato presentato al centro studi Paolo e Rita Borsellino

di Redazione -

“Uno così. Giovanni Brusca si racconta”. E’ il titolo del libro sul sanguinario ‘soldato’ di Cosa nostra che offre un’analisi approfondita delle confessioni di Giovanni Brusca, noto collaboratore di giustizia e responsabile di alcuni tra i più efferati delitti della mafia siciliana. Il libro, scritto dal sacerdote Marcello Cozzi, è stato presentato ieri sera al Centro Studi Paolo e Rita Borsellino di Palermo, luogo non casuale. Tra i crimini per cui è tristemente famoso c’è l’attentato di Capaci del 1992, in cui perse la vita Giovanni Falcone. Cozzi, ex vicepresidente di Libera e componente del gruppo di lavoro per la scomunica alle mafie istituito dal Vaticano, ha scelto di raccogliere la testimonianza di Brusca in un percorso di dialogo che definisce come un cammino “accanto a Caino, senza mai dimenticare il dolore per Abele”.

Uno dei momenti centrali del libro è dedicato all’incontro, avvenuto nel 2008 in una località segreta, tra Brusca e Rita Borsellino, sorella del magistrato Paolo Borsellino, ucciso nel 1992 in via D’Amelio. Questo incontro segnò un punto di svolta per la collaborazione di Brusca con la giustizia, rappresentando un passaggio significativo nel lungo processo di pentimento e dialogo.

La notizia che il libro sarebbe stato presentato anche a San Giuseppe Jato, paese di origine di Giovanni Brusca, ha sollevato numerose critiche e polemiche. Nicola Di Matteo, fratello di Giuseppe Di Matteo, il bambino di 12 anni sequestrato, ucciso e sciolto nell’acido per volere di Brusca dopo una prigionia durata quasi tre anni, ha espresso il suo dissenso: “Non bisogna dare più visibilità agli uomini di Cosa nostra che hanno martoriato il territorio”.