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Arrestato un hacker gelese ha violato procure e ministeri

Un’operazione coordinata dalla procura antimafia di Napoli che ha svelato un intricato mondo di crimini informatici e connessioni con la criminalità organizzata

di finmedia -

Dietro la faccia pulita di un giovane di 24 anni si nascondeva uno dei più abili pirati informatici d’Italia. Carmelo Miano, nato a Sciacca ma cresciuto a Gela, ha sfruttato le sue straordinarie capacità per penetrare nei server delle procure italiane e del Ministero della Giustizia. Con pochi click, Miano è riuscito a violare sistemi di sicurezza impenetrabili, mettendo le mani su dati riservati di magistrati e istituzioni. Non era la prima volta: già a vent’anni aveva fatto parlare di sé entrando nei sistemi di Telespazio, società legata alla sicurezza delle infrastrutture pubbliche.

Il giovane hacker non si è fermato lì. Ha violato i sistemi della Guardia di Finanza, ha infettato con malware i computer di dipendenti ministeriali e si è infiltrato nei server della Polizia di Stato. Un’operazione da manuale, studiata nei minimi dettagli, in cui usava ben cinque false identità digitali e sistemi criptati per restare invisibile. Miano avrebbe acquisito materiale sulla criminalità organizzata, mentre non gli interessava il terrorismo.

Ma la procura antimafia di Napoli lo teneva d’occhio. Grazie a un’indagine che ha coinvolto anche altri tre indagati, Miano è stato arrestato con l’accusa di accesso abusivo e diffusione di malware, crimini aggravati dal legame con la criminalità organizzata. Tra i complici, anche un poliziotto che lo avrebbe indirizzato nei suoi attacchi. Quando i magistrati hanno capito che poteva entrare nelle loro mail, non hanno più usato la posta elettronica del ministero e WhatsApp. Oltre ai danni informatici, Miano aveva accumulato tre milioni di euro in bitcoin, ora sequestrati. Con il suo arresto, le autorità sperano di aver messo fine a una delle più pericolose attività criminali nel mondo digitale.

Il giovane programmatore con molta probabilità festeggerà il suo ventiquattresimo compleanno, il 27 ottobre, dietro le sbarre. L’ordinanza di arresto nei suoi confronti non è stata caricata nella banca dati ufficiale della Procura: è stata stampata e trasferita a mano. Mai come in questi casi, la prudenza non è mai troppa.